giovedì 31 agosto 2017

Legge 104: quali sono i benefici per il lavoratore



la Legge 104/92 è una condizione giuridica che da diritto a secondo del tipo di riconoscimento sulla gravità del proprio status ad alcuni benefici fiscali, economici ed agevolazioni lavorative (come permessi retribuiti).
Tale normativa quadro riconosce le suddette agevolazioni in determinate situazioni (da provare ed oggetto di esame) di gravità, legate alla condizione di svantaggio sociale conseguente ad una minorazione fisica, psichica o sensorialestabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione. Il riconoscimento della disabilità è valutata secondo criteri medico sociali e non medico legali o espressi in percentuale.
Per richiedere i benefici connessi alla legge 104/92 è prima necessario il riconoscimento dello stato di disabilità. Tale richiesta dovrà essere inoltrata dal proprio medico (a corredo potrà essere allegata tutta la documentazione attestante le proprie patologie). Prima dell’accoglimento della domanda, si sarà sottoposti ad accertamenti sanitari da parte di un’apposita commissione Asl, avente al suo interno anche un medico dell’Inps. Al termine dell’accertamento medico, se sussistono i requisiti, verrà rilasciato il certificatocomprovante l’handicap o l’invalidità, per poter accedere ai benefici richiesti. I benefici sono differenti a seconda del grado di handicap e d’invalidità:
l’handicap può essere non grave, in situazione di gravità o superiore ai 2/3;
l’invalidità è riconosciuta in misura percentuale (per avere dei benefici, la percentuale d’invalidità deve risultare superiore al 33,33%: si tratta della riduzione di un terzo della capacità lavorativa).
Con riguardo alle agevolazioni lavorative è possibile usufruire di 3 giorni di permessi retribuiti (frazionabili anche ad ore) o in alternativa riposi orari giornalieri di 1 ora o 2 ore a seconda dell’orario di lavoro;
lavoratori con disabilità grave hanno diritto, altresì, alla scelta della sede lavorativa, al rifiuto del trasferimento (quest’ultimo è un vero e proprio diritto soggettivo in capo al lavoratore disabile); ed ancora i titolari di legge 104 hanno il diritto di preferenza nella richiesta di trasformazione del contratto di lavoro da full time a part time. E’ importante evidenziare che tale scelta è subordinata a dei casi limite introdotti dalla normativa vigente; difatti oltre che per i pazienti oncologici, tale preferenza (attenzione non si parla di diritto soggettivo! Pertanto andrà dimostrato e certificato) è stata estesa ai lavoratori affetti da patologie croniche ingravescenti che devono essere medicalmente accertate, attraverso una commissione ad hoc istituita presso l’ASL territorialmente competente. Stesso discorso vale se il lavoratore deve sottoporsi a terapie ambulatoriali di natura specialistica che determinano incapacità lavorativa. Occorre infatti inviare la certificazione prima dell’inizio della terapia, fornendo l’indicazione dei giorni previsti per la sua esecuzione. A tale certificazione faranno seguito, periodiche dichiarazioni. In ogni caso la richiesta del lavoratore non può essere negata e entrambe le parti possono stabilire una nuova collocazione temporale dell’orario di lavoro, che può essere di tipo orizzontale, verticale o in ultimo misto.
Al fine di una maggiore chiarezza espositiva è importante far constare che, nel caso in cui a seguito della richiesta per il riconoscimento della Legge 104 per handicap, si scelga di ottenere anche il riconoscimento per l’invalidità (riduzione della capacità lavorativa), quest’ultima potrà essere inoltrata congiuntamente con la richiesta della L. 104/92 e sono previsti i seguenti benefici:
1) contributi figurativi per invalidità: quest’ultima è un’agevolazione non collegata alla Legge 104, ma al possesso d’invalidità sopra il 75%: in questo caso, si ha diritto, dalla data di riconoscimento di tale percentuale d’invalidità, a 2 mesi l’anno di contributi figurativi aggiuntivi, con la finalità di raggiungere prima la pensione. L’anticipo massimo consentito è pari a 5 anni.
2) la pensione anticipata d’invalidità: nel dettaglio, i lavoratori invalidi all’80%, o con una percentuale superiore, hanno diritto di accedere alla pensione di vecchiaia anticipata. Per l’accesso al trattamento sono necessari almeno 60 anni di età per gli uomini e 55 anni per le donne, ai quali vanno aggiunti gli adeguamenti alla speranza di vita (pertanto, sino al 31 dicembre 2015, i requisiti sono 55 anni e 3 mesi per le donne e 60 anni e 3 mesi per gli uomini, mentre dal primo gennaio 2016 saranno rispettivamente di 55 anni e 7 mesi e 60 anni e 7 mesi). Per ricevere l’assegno, è necessario attendere una finestra di 12 mesi, che parte dalla data in cui maturano i requisiti.
Ed ancora è importante far presente che è possibile ottenere una certificazione provvisoria nel caso di mancato rilascio della certificazione di disabilità grave entro 45 giorni dalla presentazione della domanda (richiesta da effettuare per il tramite del proprio medico). L’interessato è ammesso a presentare un certificato rilasciato da un medico specialista nella patologia denunciata in servizio presso l’ASL che attesti la situazione di gravità. La certificazione provvisoria di disabilità in situazione di gravità deve essere rilasciata dal medico specialista ASL e deve specificare per essere ritenuta idonea, oltre che la diagnosi anche le difficoltà socio-lavorative relazionali e situazionali che la patologia determina. Qualora il provvedimento definitivo non accerti la disabilità grave si procederà al recupero delle somme percepite per aver fruito dei permessi retribuiti. La certificazione provvisoria avrà efficacia fino all’accertamento definitivo.


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