La legge italiana tutela i lavoratori in caso di perdita del lavoro garantendo loro una somma di denaro mensile. Questa forma di tutela a favore del disoccupato si chiama Naspi.
A
chi spetta?
La
Naspi non è una forma di tutela universale. Infatti, non tutti i
lavoratori italiani sono assicurati, dal punto di vista
previdenziale, all’Inps. Molti sono iscritti a forme di
previdenza
sociale privata.
Si pensi agli avvocati, ai commercialisti, agli architetti, etc..
Tutti questi professionisti sono iscritti alle proprie Casse
previdenziali di
riferimento e non possono, dunque, ricevere la Naspi così come le
altre provvidenze sociali erogate dall’Inps.La Naspi viene erogata
unicamente ai lavoratori con rapporto
di lavoro subordinato che
hanno perduto involontariamente l’occupazione, ivi compresi:
lavoratori
assunti con contratto
di apprendistato;
-
soci
lavoratori di cooperative con rapporto
di lavoro subordinatocon
le stesse cooperative;
-
personale
artistico con rapporto di lavoro
subordinato;
-
dipendenti
a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni.
Sono,
invece, esclusi dalla possibilità di fruire
della Naspi:
-
dipendenti
a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni;
-
operai
agricoli sia a tempo determinato che a tempo indeterminato;
-
lavoratori
extracomunitari con permesso
di soggiorno per
lavoro stagionale;
-
lavoratori
che hanno maturato i requisiti per il pensionamento di vecchiaia o
anticipato;
-
lavoratori
titolari di assegno
ordinario di invalidità,
a meno che non optano per la Naspi.
soci
lavoratori di cooperative con rapporto
di lavoro subordinatocon
le stesse cooperative;
personale
artistico con rapporto di lavoro
subordinato;
dipendenti
a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni.
dipendenti
a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni;
operai
agricoli sia a tempo determinato che a tempo indeterminato;
lavoratori
extracomunitari con permesso
di soggiorno per
lavoro stagionale;
lavoratori
che hanno maturato i requisiti per il pensionamento di vecchiaia o
anticipato;
lavoratori
titolari di assegno
ordinario di invalidità,
a meno che non optano per la Naspi.
Naspi: quanto spetta?
Chiarito a chi spetta, cerchiamo di capire a quanto ammonta l’assegno Naspi che verrà pagato mensilmente dall’Inps.
L’ammontare
della Naspi varia
a seconda di vari fattori.
In
particolare:
-
se
la retribuzione del dipendente è inferiore a un determinato importo
di riferimento stabilito dalla legge e rivalutato annualmente sulla
base della variazione dell’indice Istat e reso noto annualmente
dall’Inps con una propria circolare (per l’anno 2019 questo
valore è 1.221,44), l’assegno Naspi ammonta al 75% della
retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali degli
ultimi quattro anni;
-
se
la retribuzione media è superiore all’importo di riferimento
annuo di cui abbiamo appena parlato (ossia, come detto, euro
1.221,44 per l’anno 2019), la misura dell’assegno Naspi sarà
pari al 75% dell’importo di riferimento annuo stabilito dalla
legge sommato al 25% della differenza tra la retribuzione media
mensile e il suddetto importo stabilito dalla legge.
La
Naspi, in ogni caso, non può essere più alta di una somma
massima fissata
dalla legge e rivalutata annualmente sulla base della variazione
dell’indice Istat. Anche questo tetto massimo viene reso noto ogni
anno dall’Inps con apposita circolare pubblicata sul sito.
Una
volta che la domanda di Naspi è stata accettata dagli uffici Inps,
il disoccupato si chiede quando
iniziano ad arrivare i soldi.
L’indennità
di disoccupazione Naspi spetta
al lavoratore che ha perso involontariamente il lavoro a partire:
-
dall’ottavo
giorno successivo alla data di cessazione del rapporto di lavoro, se
il lavoratore presenta la domanda entro l’ottavo giorno;
-
dal
giorno successivo alla presentazione della domanda, se il lavoratore
presenta la domanda dopo l’ottavo giorno successivo alla
cessazione del rapporto di lavoro, ma entro i termini di legge;
-
dall’ottavo
giorno successivo al termine del periodo di maternità, malattia,
infortunio sul lavoro e/o malattia professionale o preavviso, se il
lavoratore presenta la domanda entro l’ottavo giorno;
-
dal
giorno successivo alla presentazione della domanda, se presentata
dopo l’ottavo giorno ma entro i termini di legge;
-
dal
trentottesimo giorno successivo al licenziamento per giusta causa,
se la domanda viene presentata entro il trentottesimo giorno;
-
dal
giorno successivo alla presentazione della domanda, se presentata
oltre il trentottesimo giorno successivo al licenziamento, ma entro
i termini di legge.
E’,
dunque, compito del lavoratore essere il più celere possibile nella
presentazione della domanda al fine di ottenere la Naspi e cominciare
a prendere i soldi il prima possibile. Resta inteso che anche se
dovessero esserci dei ritardi nell’erogazione dell’assegno, i
periodi in cui si ha diritto alla Naspi non può metterli in
discussione nessuno e verranno pagati tutti insieme quando il
pagamento verrà effettuato.
se
la retribuzione del dipendente è inferiore a un determinato importo
di riferimento stabilito dalla legge e rivalutato annualmente sulla
base della variazione dell’indice Istat e reso noto annualmente
dall’Inps con una propria circolare (per l’anno 2019 questo
valore è 1.221,44), l’assegno Naspi ammonta al 75% della
retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali degli
ultimi quattro anni;
se
la retribuzione media è superiore all’importo di riferimento
annuo di cui abbiamo appena parlato (ossia, come detto, euro
1.221,44 per l’anno 2019), la misura dell’assegno Naspi sarà
pari al 75% dell’importo di riferimento annuo stabilito dalla
legge sommato al 25% della differenza tra la retribuzione media
mensile e il suddetto importo stabilito dalla legge.
dall’ottavo
giorno successivo alla data di cessazione del rapporto di lavoro, se
il lavoratore presenta la domanda entro l’ottavo giorno;
dal
giorno successivo alla presentazione della domanda, se il lavoratore
presenta la domanda dopo l’ottavo giorno successivo alla
cessazione del rapporto di lavoro, ma entro i termini di legge;
dall’ottavo
giorno successivo al termine del periodo di maternità, malattia,
infortunio sul lavoro e/o malattia professionale o preavviso, se il
lavoratore presenta la domanda entro l’ottavo giorno;
dal
giorno successivo alla presentazione della domanda, se presentata
dopo l’ottavo giorno ma entro i termini di legge;
dal
trentottesimo giorno successivo al licenziamento per giusta causa,
se la domanda viene presentata entro il trentottesimo giorno;
dal
giorno successivo alla presentazione della domanda, se presentata
oltre il trentottesimo giorno successivo al licenziamento, ma entro
i termini di legge.
Naspi: come fare domanda:
La domanda di Naspi deve essere presentata dal lavoratore che ha perso involontariamente il lavoro all’Inps unicamente per via telematica e deve essere depositata, a pena di decadenza, entro 68 giorni. Questo termine decorre:
-
dalla
data di cessazione del rapporto di lavoro;
-
dalla
cessazione del periodo di maternità indennizzato nel caso in cui la
maternità sia insorta durante il rapporto di lavoro successivamente
cessato;
-
dalla
cessazione del periodo di malattia indennizzato o di infortunio sul
lavoro e/o malattia professionale, se infortunio o malattia sono
insorti durante il rapporto di lavoro successivamente cessato;
-
dalla
risoluzione della vertenza sindacale o dalla data di notifica della
sentenza emessa dall’autorità giudiziaria;
-
dalla
cessazione del periodo corrispondente all’indennità di mancato
preavviso ragguagliato a giornate;
-
dal
trentottesimo giorno dopo la data di cessazione, in caso di
licenziamento per giusta causa.
La
domanda di Naspi deve essere presentata, come detto, esclusivamente
in via telematica attraverso l’apposito servizio dedicato.
Se
vuoi evitare
di commettere errori o
di sbagliarti nella compilazione
della domanda di Naspi,
prima di accedere al servizio, puoi scaricare e consultare
direttamente dal portale Inps il tutorial “Naspi: invio domanda”
che ti fornirà delle precise istruzioni sulla compilazione dei vari
campi di cui si compone la domanda.
Se
hai problemi ad inoltrare telematicamente la domanda, l’Inps ti
offre due possibili alternative:
-
tramite
il Contact
center Inps al
numero 803 164 (la chiamata è gratuita da rete fissa) oppure al
numero 06 164 164 se si chiama da rete mobile;
-
tramite
enti di patronato e intermediari dell’Inps, attraverso i servizi
telematici offerti dagli stessi.
Nei
consueti tempi tecnici, gli uffici Inps prenderanno in carico la
domanda e verificheranno il possesso di tutti i requisiti necessari
per ottenere la Naspi. Se è tutto a posto a stretto giro riceverai
l’accettazione
della domanda di Naspi con
le relative informazioni.
dalla
data di cessazione del rapporto di lavoro;
dalla
cessazione del periodo di maternità indennizzato nel caso in cui la
maternità sia insorta durante il rapporto di lavoro successivamente
cessato;
dalla
cessazione del periodo di malattia indennizzato o di infortunio sul
lavoro e/o malattia professionale, se infortunio o malattia sono
insorti durante il rapporto di lavoro successivamente cessato;
dalla
risoluzione della vertenza sindacale o dalla data di notifica della
sentenza emessa dall’autorità giudiziaria;
dalla
cessazione del periodo corrispondente all’indennità di mancato
preavviso ragguagliato a giornate;
dal
trentottesimo giorno dopo la data di cessazione, in caso di
licenziamento per giusta causa.
La
domanda di Naspi deve essere presentata, come detto, esclusivamente
in via telematica attraverso l’apposito servizio dedicato.
tramite
il Contact
center Inps al
numero 803 164 (la chiamata è gratuita da rete fissa) oppure al
numero 06 164 164 se si chiama da rete mobile;
tramite
enti di patronato e intermediari dell’Inps, attraverso i servizi
telematici offerti dagli stessi.