Chi
non ti consente di riposare o di lavorare perché fa così tanto
rumore da disturbare il vicinato o i condomini di un intero palazzo
commette reato, quello di disturbo
alla quiete pubblica.
In
verità il nome corretto del capo di imputazione è «disturbo alle
occupazioni e al riposto delle persone» ed è previsto dall’articolo
659 del codice penale.
Il
caso tipico è quello del titolare di un locale notturno che diffonde
musica a volume elevato o quella del proprietario di alcuni cani,
lasciati sul balcone ad abbaiare fino a notte fonda.
Nel
reato non ricade, invece, l’ipotesi del vicino del piano di sopra
che rientra la sera tardi strisciando i tacchi a terra, che tiene
alto lo stereo o la televisione, che chiacchiera al cellulare alle
tre della notte svegliando il condominio che vive sotto. In questi
ultimi casi si commette solo un illecito civile il quale può
comportare, oltre all’ordine del giudice di cessare i rumori, il
risarcimento de danno.
La
differenza tra il reato e l’illecito civile non sta quindi
nell’entità dei rumori ma del numero di persone molestate:
nel primo caso si tratta di un numero indeterminabile di soggetti (il
“vicinato”), mentre nel secondo caso la vittima può essere una o
poche famiglie. Chiaramente quando scatta il reato, la vittima ha uno
strumento di difesa più forte: la denuncia alle autorità.
Proprio
di questo ci occuperemo qui di seguito: spiegheremo cioè chi
chiamare in caso di disturbo alla quiete pubblica.
Quindi,
se non riesci a lavorare perché c’è un chiasso infernale nella
piazza sottostante per via di una manifestazione, se non trovi la
concentrazione perché un’automobile parcheggiata sotto il palazzo
ha lo stereo talmente alto da far arrivare le vibrazioni sino ai
piani alti, se nel giardinetto sotto casa i cani schiamazzano fino a
notte fonda o se il bar intrattiene i propri clienti all’esterno
con degli amplificatori, leggendo questo articolo saprai cosa fare
per tutelarti.
Ed
è proprio sulla tutela che si gioca al differenza fondamentale tra
il reato di disturbo alle occupazioni e al riposo delle persone e
la semplice responsabilità civile. In quest’ultima ipotesi difatti
– quella del vicino maleducato che fa sentire i propri rumori negli
appartamenti con lui confinanti – non c’è possibilità di
chiamare la polizia o i carabinieri, ma bisogna ricorrere a un
avvocato che avvii, a proprie spese, un ricorso in tribunale.
Dando
quindi per scontato che tu abbia compreso quando scatta il reato di
disturbo alla quiete pubblica, vediamo ora chi chiamare in
questi casi.
Disturbo alla quiete pubblica: quando c’è reato
Non
si configura il reato di disturbo alle occupazioni e al riporto delle
persone nel caso in cui i rumori prodotti non comportino molestia per
un «numero indefinito di persone» ma solo per taluni determinati
soggetti – quali gli occupanti di un singolo appartamento – che,
in quanto appunto limitati, non possono rappresentare quella
“tranquillità pubblica” meritevole di tutela per l’ordinamento.
In questi casi può al limite configurarsi un’ipotesi di illecito
civile, fonte di risarcimento del danno, ma non si integra alcuna
violazione penalmente rilevante.
La
norma del codice penale prevede due distinte ipotesi di reato.
Il
primo comma dell’articolo si rivolge a qualsiasi cittadino e
stabilisce la punibilità di «chiunque, mediante schiamazzi o
rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni
acustiche, ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali,
disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli
spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici».
Il
secondo comma invece si rivolge invece solo a chi esercita una
professione o un mestiere rumoroso e lo punisce se produce rumore
violando le varie disposizioni della legge (norme di solito a
carattere amministrativo o locale) o le prescrizioni dell’Autorità.
Il
reato in questione è rivolto a tutelare l’ordine pubblico da
intendersi come la pubblica e privata tranquillità delle persone.
Secondo
la giurisprudenza il reato scatta anche qualora a lamentarsi dei
rumori o a sporgere denuncia sia un singolo soggetto. L’importante
però è che venga accertato che i rumori abbiano una tale
diffusività da molestare un numero indeterminato di persone,
anche se poi queste non si lagnano. Ad esempio, se la musica viene
avvertita da tutto l’edificio ma solo tra famiglie di vecchietti si
lamentano, mentre le altre, pur sentendo chiaramente i suoni,
preferiscono non agire perché trovano piacevole e di proprio gusto
la musica, il reato scatta ugualmente.
Non
a caso è stato utilizzato il termine “potenzialmente idoneo”.
Invero, occorre precisare che, essendo la fattispecie in esame un
reato di pericolo, non è necessario che si verifichi in concreto
l’evento, essendo, viceversa, sufficiente una condotta tale da
poter determinare il disturbo di un indefinito numero di soggetti.
Ci
si deve poi riferire alla «media sensibilità delle persone» che
vivono nell’ambiente ove i rumori fastidiosi vengono percepiti.
Non
c’è invece alcun reato quando ad essere stati disturbati sono solo
i condomini che si trovino in un luogo contiguo a quello da cui
provengono i rumori. In tali ipotesi, perciò, occorrerà inquadrare
la fattispecie nell’ambito dei rapporti di vicinato tra immobili
confinanti: con la conseguenza che polizia e carabinieri non sono
competenti a intervenire.
Quali sono i mestieri rumorosi?
Con riferimento poi al secondo comma della norma del codice penale, la Cassazione ha che per «mestieri rumorosi» si intendono tutte quelle attività di lavoro produttive di vibrazioni sonore di carattere molesto per il senso auditivo in ragione della particolare natura degli strumenti adoperati o dei peculiari procedimenti attraverso cui si realizzano.
Qualsiasi
attività lavorativa può, dunque, essere qualificata come mestiere
rumoroso ogni qual volta, per le modalità con cui si svolge e per i
mezzi di cui si avvale, produca rumori fastidiosi esorbitati la
normale tollerabilità, a prescindere dal fatto che l’autorità
comunale abbia predisposto l’indicazione dei mestieri rumorosi: una
tale elencazione ha quindi solo valore di esempio.
Disturbo alla quiete pubblica: in quali orari? La legge non dice in quali orari si può verificare il reato di disturbo alla quiete pubblica: può essere tanto di giorno quanto di notte. Del resto la norma parla di «disturbo alle attività e al riposo» quando le prime sono spesso diurne. Il disturbo punito dal codice penale non ha infatti riguardo soltanto al riposo ma anche alla quiete che è bene tutelato in ogni orario, di giorno e di notte, a prescindere dagli orari lavorativi. Il concetto di “riposo” non deve, dunque, essere inteso solo come quello di «sonno notturno» ma comprende anche il riposo in senso lato, ad esempio quello delle due del pomeriggio sul divano, dopo il pranzo o anche quello a metà mattina o di chi, dopo una notte di veglia per il lavoro è costretto a dormire di giorno.
Disturbo alla quiete pubblica: chi chiamare?
Vediamo ora come agire in caso di un rumore che integra il reato di disturbo alla quiete pubblica e chi chiamare. Trattandosi di un reato perseguibile d’ufficio, la denuncia che sporge il cittadino ha un semplice valore di segnalazione, potendo le autorità intervenire anche in via autonoma.
Se un bar fa rumore da disturbare il vicinato si possono chiamare la polizia o i carabinieri. I pubblici ufficiali, una volta intervenuti, stileranno un verbale che ha valore di atto pubblico. Il fatto che questi intervengano ha un duplice vantaggio: innanzitutto evita al soggetto molestato di doversi avvalere di un avvocato per presentare una denuncia in tribunale; in secondo luogo potranno constatare i rumori e farne menzione nel verbale. Le loro percezioni potranno poi essere confermate nel corso del processo penale durante il quale potranno essere sentiti come testimoni per confermare l’intensità dei rumori.
Se sei il solo a sentire i rumori non puoi chiamare carabinieri o polizia perché non si parla di reato. Né potrai avvalerti dell’amministratore di condominio che, per sua natura, non è competente a dirimere i rapporti privati tra i condomini. Dovrai invece ricorrere a un avvocato affinché diffidi il responsabile e, in caso di mancato rispetto dell’altrui riposo, agisca contro di lui in sede civile.
Se
invece ci sono i presupposti del reato, non è necessario che vi sia
una petizione del quartiere o dell’intero stabile: ogni singola
vittima del chiasso può agire indipendentemente dagli altri
chiamando le autorità o presentandosi al loro ufficio per denunciare
l’accaduto.Il risarcimento del danno Sia
nel caso in cui il rumore integri il reato, che un semplice illecito
civile alla vittima spetta il risarcimento del danno.
Chiaramente cambia la forma per chiedere tale risarcimento. Vediamole
entrambe.